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brano
 
Apuleio
Metamorfosi (l'asino d'oro), IV, 18
 
originale
 
18. Post haec valefacto discessimus et portam civitatis egressi monumentum quoddam conspicamur procul a via remoto et abdito loco positum. Ibi capulos carie et vetustate semitectos, quis inhabitabant puluerei et iam cinerosi mortui, passim ad futurae praedae receptacula reseramus, et ex disciplina sectae servato noctis inlunio tempore, quo somnus obvius impetu primo corda mortalium validius invadit ac premit, cohortem nostram gladiis armatam ante ipsas fores Democharis velut expilationis vadimonium sistimus. Nec setius Thrasyleon examussim capto noctis latrocinali momento prorepit cavea statimque custodes, qui propter sopiti quiescebant, omnes ad unum mox etiam ianitorem ipsum gladio conficit, clavique subtracta fores ianuae repandit nobisque prompte convolantibus et domus alveo receptis demonstrat horreum, ubi vespera sagaciter argentum copiosum recondi viderat. Quo protinus perfracto confertae manus violentia, iubeo singulos commilitonum asportare quantum quisque poterat auri vel agenti et in illis aedibus fidelissimorum mortuorum occultare propere rursumque concito gradu recurrentis sarcinas iterare; quod enim ex usu foret omnium, me solum resistentem pro domus limine cuncta rerum exploraturum sollicite, dum redirent. Nam et facies ursae mediis aedibus discurrentis ad proterrendos, siqui de familia forte evigilassent, videbatur opportuna. Quis enim, quamvis fortis et intrepidus, immani forma tantae bestiae noctu praesertim visitata non se ad fugam statim concitaret, non obdito cellae pessulo pavens et trepidus sese cohiberet?
 
traduzione
 
?Dopo di che gli augurammo la buona notte e ce ne andammo. ?Usciti di citt? scorgemmo in un luogo appartato e fuori mano, un sepolcreto, dove trovammo molte casse da morto ormai corrose e sconquassate dal tempo con i cadaveri gi? polvere e cenere, ne aprimmo alcune pensando di nascondervi il futuro bottino. Poi con il solito sistema della nostra banda, attendemmo che la luna tramontasse, cio? quando il primo sonno diventa irresistibile e assale e afferra pi? forte i sensi degli uomini, e ci appostammo tutti al completo con le spade in pugno davanti alle porte di Democare, puntuali come se fossimo stati citati in giudizio. ?Dal canto suo Trasileone, colto il momento pi? propizio della notte, per dare il via al colpo, usc? dalla gabbia e in un attimo pass? a fil di spada, uno dopo l'altro, i guardiani che dormivano l? accanto; lo stesso fece col portinaio e, sfilatagli la chiave, corse ad aprirci le porte. ?Noi ci precipitammo dentro e, in un baleno, ci radunammo al centro della casa. Allora egli ci indic? il magazzino nel quale la sera prima aveva visto accortamente nascondere una gran quantit? di argenteria. ?In un attimo, facendo forza tutti insieme, scardinammo le porte e io ordinai a ciascuno dei miei compagni di arraffare quanto pi? oro e argento potevano e di andarlo a nascondere in quelle casse dei morti, di cui ci si poteva fidare, e, di volata, poi, ritornare per raccogliere altro bottino. ?Io solo nell'interesse di tutti, sarei rimasto a vigilare davanti alla porta finch? non fossero ritornati. Del resto la stessa presenza di un'orsa che scorazzava libera per la casa mi pareva sufficiente a spaventare quei servi che, eventualmente, si fossero svegliati. Chi, infatti, per quanto forte e coraggioso, vedendosi davanti una simile bestiaccia, di notte per giunta, non se la sarebbe data a gambe, non avrebbe cercato scampo in camera sua, spaventatissimo, sprangandosi dentro?
 

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